Kind of blue rappresenta un disco fondamentale nella storia della musica del 900 per la concomitanza di molteplici aspetti: l’incontro di un gruppo di musicisti di livello assoluto guidati da un genio del jazz come Miles Davis, la sperimentazione di un metodo di composizione istantanea a cui Davis si stava dedicando con grandi risultati creativi da qualche anno (Ascenseur pour l’échafaud), l’introduzione di procedure improvvisative modali con l’apporto teorico di Bill Evans, l’alchimia generata dall’interplay dei musicisti sulla base delle suggestioni create da composizioni straordinarie.
Tutto ciò è stato ben analizzato e storicizzato da un libro “cult” del jazz scritto dal giornalista americano Ashley Cahn con l’aggiunta della trascrizione integrale degli arrangiamenti e delle improvvisazioni di quel disco memorabile.
Proprio dall’incontro con Ashley Cahn, con il supporto del giornalista Claudio Sessa all’interno del festival Voceversa tenutosi a settembre 2005 al Teatro Litta di Milano è nata l’idea di riproporre quella musica con finalità prevalentemente didattiche proprio per entrare in profondità nella musica di Kind of Blue.
Per realizzare tale progetto sono stati convocati alcuni noti musicisti italiani come Emilio Soana (tromba), Gabriele Comeglio (sax alto), Giulio Visibelli (sax tenore), Claudio Angeleri (pianoforte), Marco Esposito (contrabbasso), Tony Arco (batteria).
Naturalmente l’intento non era di “rifare” Kind of Blue rileggendo le trascrizioni del disco, quanto di provare a rivivere quella musica attraverso la metodologia di composizione istantanea adottata da Davis partendo dagli stimoli offerti dagli arrangiamenti e da alcuni assoli ormai classici (Davis in So What, Kelly in Freddie the freeloader ad esempio) per svilupparli con la sensibilità e la creatività odierna dei musicisti coinvolti.
Ogni brano inoltre viene smontato e ricomposto spiegando le caratteristiche musicali ed offrendo al pubblico un ulteriore chiave di lettura dell’opera davisiana.